Testimonianze e ricordi degli uomini che hanno lavorato al Traforo

Memorie del Gran Sasso. Un ciclo di video in cui parlano i protagonisti dimenticati di una grande opera. Quegli uomini che hanno lavorato per anni nelle viscere del Gran Sasso. Con il loro lavoro e  con le loro mani hanno realizzato una delle più grandi opere italiane, la più lunga gallerie a doppia canna d’Europa. Le loro testimonianze, cariche di emozione, anche per il ricordo di quei compagni che non ce l’hanno fatta, ci restituisce un pezzo di storia del nostro Paese.

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Centinaia di uomini impegnati, anni e anni di lavori e numerose difficoltà affrontate ogni giorno con coraggio e determinazione. Il Traforo del Gran Sasso è stata un’opera ciclopica. Cui presero parte numerose maestranze, tecnici e ingegneri italiani, soprattutto abruzzesi, che tra il 1968 e il 1984 (con uno stop dal ’75 all’82) lavorarono  per realizzare una delle più importanti opere di viabilità del centro Italia: la prima galleria, che coi suoi 10 chilometri,  collega il versante tirrenico con quello adriatico. Nel 1975 i lavori furono sospesi per la crisi economica che colpì l’Italia per via dello choc petrolifero,  e ripresero nel 1982. Tutta l’opera sarà realizzata dalla Cogefar, il colosso milanese delle costruzioni stradali, poi finito nell’orbita Fiat. Il 1° dicembre del 1984, con una cerimonia ufficiale presieduta dall’allora presidente del Consiglio Bettino Craxi, e del ministro Remo Gaspari, vero artefice dell’opera, venne inaugurata la galleria in direzione Teramo, tra gli svincoli Assergi e Colledara, con un’unica corsia per senso di marcia.

Le testimonianze e l’orgoglio
Strada dei Parchi nel video “Le memorie del Gran Sasso” ha raccolto le testimonianze e i racconti di chi, in quegli anni ’60, ’70 e ’80, molto diversi da oggi, ha lavorato nel cantiere del Traforo del Gran Sasso. Il geometra Augusto Neri, l’elettricista Lorenzo Fantauzzi, l’operaio Osvaldo Donatelli e il minatore Elio Della Rovere descrivono le strade impervie prima della galleria, le difficoltà incontrate durante lo scavo, le tecniche prima rudimentali e poi rivoluzionarie per l’epoca, il problema dell’acqua che ha inondato lo scavo e il grande ingegno messo in campo per aggirare le enormi difficoltà. Il racconto dei testimoni, grazie anche ai documenti inediti raccolti, porta lo spettatore sotto le viscere del Gran Sasso d’Italia e nel bel mezzo del cantiere che ha attraversato la montagna per 10175 metri di lunghezza. Dalle parole di Neri, Fantauzzi, Donatelli e Della Rovere, emerge il saldo spirito di squadra di una comunità e il forte orgoglio abruzzese per aver contribuito, insieme, alla realizzazione di un’opera unica che ha segnato il cambiamento di un’intera regione.

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